Page 56 - L’UOMO CHE SUSSURRA AI MERCATI AZIONARI
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52 | Permettetemi di presentarvi… il mercato azionario

dei suoi investimenti fallimentari contribuirono al Panico del 1792, quando
Duer fece bancarotta. Si usò la parola crack per descrivere quegli eventi,
una parte soltanto dei tanti che avrebbero punteggiato la storia di Wall
Street. Dopo questo crack, i trader decisero di istituzionalizzare le proprie
attività e di creare un luogo in cui poter controllare e documentare tutte
le transazioni. Nel maggio del 1792 i trader e i market maker siglarono
l’accordo cosiddetto Buttonwood Agreement, dall’albero sotto cui avvenne
la firma, al n. 68 di Wall Street. L’accordo rappresentò l’atto costitutivo
della Borsa di New York e l’istituzione di commissioni standardizzate
per il commercio.

   Il famoso edificio del NYSE (la Borsa di New York) fu costruito nel 1872
all’angolo tra Wall Street e Hanover Street. Nel 1842 fu fondata una borsa
concorrente chiamata AMEX, la Borsa Americana. Con l’aumentare della
prosperità economica mondiale, Wall Street assunse il ruolo di maggiore
centro finanziario mondiale.

   Tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e i primi del Novecento si diffuse
in tutti gli Stati Uniti il fenomeno dei punti vendita di azioni, noti come
stock shops o anche bucket shops, un termine importato dall’Inghilterra
che richiamava chiaramente l’idea di attività illegali. I clienti di queste
attività negoziavano le azioni per scopi speculativi, senza effettuare vere
e proprie transazioni di borsa: in realtà, giocavano d’azzardo. I trader
“giocavano” con il prezzo delle azioni senza comprarle veramente.
Quando guadagnavano, il negozio perdeva e viceversa: un casinò a tutti
gli effetti. I prezzi delle azioni venivano costantemente telegrafati da New
York durante tutta la giornata di trading. Un impiegato li leggeva ad alta
voce e un altro contemporaneamente li trascriveva su una grande lavagna
posta di fronte al pubblico. Gli interessi dei negozi erano diametralmente
opposti a quelli dei trader, perciò le truffe erano all’ordine del giorno
e i negozi venivano considerati inaffidabili. Il libro Reminiscences of a
Stock Operator di Lefèvre, la già citata biografia di Jesse Livermore, uno
dei maggiori trader, fornisce un resoconto dettagliato di questo tipo di
attività. Nel 1930, durante la Grande Depressione, questi negozi furono
dichiarati illegali e il divertimento finì.
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