Page 123 - L’UOMO CHE SUSSURRA AI MERCATI AZIONARI
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L’UOMO CHE SUSSURRA AI MERCATI AZIONARI | 119
Usare i grafici per me è diventata la cosa più ovvia e naturale. Come
faremmo senza di loro? Ma non era così in passato: fino a cento anni fa
non si faceva uso di quasi nessun grafico. I prezzi delle azioni venivano
telegrafati alla sala delle contrattazioni, dove un addetto li copiava su una
grande lavagna, cancellando il prezzo precedente. I trader che avevano
successo erano quelli dotati di un’ottima memoria. Col passare del tempo,
diventò chiaro che esiste una connessione tra il comportamento passato
e futuro del prezzo di un’azione. Alcuni trader cominciarono a tradurre
le informazioni in grafici, alla ricerca di risultati ricorrenti. L’uso dei
grafici aumentò notevolmente con la diffusione di famose teorie che ne
facevano uso, come la teoria di Dow e la teoria delle Onde di Elliot, fino a
diventare sempre più dominanti negli anni Sessanta con l’introduzione
dei primi computer industriali.
Sono molte le norme accettate per presentare i prezzi sui grafici e ogni
trader sceglie la propria, ma il metodo che va per la maggiore, soprattutto
fra i day trader, è quello a candele giapponesi, che presenterò in seguito.
Qui troverete un’introduzione ai vari metodi.
Il grafico a linea
È il grafico più semplice, comunemente riconosciuto dal pubblico e usato
dalla maggior parte dei media che trattano di finanza. Un grafico a linea
si crea riportando i prezzi, di chiusura (l’ultimo prezzo di un’azione alla
fine della giornata di trading) in un determinato periodo e collegandoli
con una linea. Questo è il modo più semplice per presentare i prezzi,
ma, come vedremo in seguito, non è esaustivo, perché le informazioni
che fornisce riguardano soltanto il prezzo di chiusura di un’azione.
Mancano informazioni indispensabili per un trader, come il prezzo di
apertura, il prezzo intraday massimo (il culmine raggiunto dal prezzo
in ogni giornata) e il prezzo intraday minimo.